La Lazio è tornata in campo , una sconfitta ed una vittoria, era pronta a ripartire ed è ripartita così come tutto il calcio a noi noto.
La Juventus aspetta di vedere se i biancocelesti siano davvero la tanto attesa corazzata anti-bianconera pronta a distruggere quello che da anni è il terreno di conquista della Vecchia Signora.
Tante le novità che stiamo imparando a conoscere in questa nuova edizione del campionato post-coronavirus, o come lo chiamo io campionato 2.0, novità figlie della necessità.
In primis le cinque sostituzioni che vanno a dare una mano e che permettono a tutte le squadre di essere più lunghe. 
Queste 5 sostituzioni però, hanno riportato a galla una domanda: la panchina biancoceleste è corta?
Io direi che è mezze maniche, né troppo striminzita, né la Lazio di panchina abbonda.
Ne è convinto anche mister Inzaghi, spesso costretto a fare il gioco "chi butto dalla torre", adesso mai più spettatori non paganti, ma tutti figli di quella necessità che fa virtù.
Usare questi 5 cambi nel campionato 2.0, può essere nefasto per il gioco, una vetrina per cercare di strappare una chance alla società capitolina, un cartello "VENDESI" che corre per il campo.
Invisibili, o forse dimenticati, nell’ombra gravitano nomi che hanno lentamente perso il posto fisso o addirittura mai avuto.
Patric quasi lo toglierei dalla lista dei "semi invisibili" e lo aggiungerei tranquillamente in quella dei "titolari aggiunti". Diciamo come si fa si matrimoni, Patric è il +1 di Luiz Felipe.
Girando lo sguardo più in là, troviamo Denis Vavro, 12 mln di difensore arrivato dal Copenhagen. 
In sua compagnia Bastos che, detto sinceramente, non ho mai capito che tipo di calciatore sia e non lo dico nell’accezione totalmente positiva come facevo con Felipetto Anderson. Quissanga, pe’ l’amici e per i nemici non lo so, ha rappresentato sempre un’incognita alternata da bellissime giocate e bischerate epiche. Ad esempio l’entrata criminale di sabato sera che ha costretto Inzaghi ad optare per un cambio.
Non sarebbe giusto chiamarli "alternative" eppure ce li chiamiamo: Cataldi e Parolo.
Beh, se due persone che per la Lazio hanno fatto tanto sono "alternative", significa che i titolari sono il top del top.
In effetti in un reparto come il centrocampo, sia Danilo che Marcolino si sono scontrati coi "giganti".
Adesso però potrebbero diventare determinanti soprattutto a causa dei problemi di Lucas Leiva.
Un’assenza che rischia di rilanciare i due centrocampisti italiani. 
In questa stagione hanno trovato meno spazio del solito, Cataldi non ha mai trovato un suo spazio mentre Parolo lo ha perso, ma il loro minutaggio è destinato ad aumentare in questo insolito finale di stagione. 
Entrambi freschi di rinnovo sono pronti.
La gara contro la Fiorentina ha lanciato proprio il buon vecchio Marcolino e, salvo cambi di sorte improvvisi, è lanciato verso la maglia titolare per aver convinto il mister, nonostante abbia recuperato dall’infortunio infatti, Cataldi resterà  in panchina.
Lo abbiamo detto spesso: nessuno resterà indietro.
Inzaghi sarà chiamato a fare il "giocoliere" ruotando maglie titolari per tutti, anche se in campo ne servono solo 11, 10 se togli la fissa di Strakoshone.
A proposito, ma se Silviuccio Proto non va in pensione, ma una comprasata no?
Fa caldo anche per Thomas….in più c’è Guerrieri, credo, penso….

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